Sant’Angelo di Brolo – Un interessante pomeriggio sotto il segno della cultura è stato proposto ieri, all’interno del teatro comunale “Achille Saitta”. Una sicilianità dai tratti originali è venuta fuori attraverso la proiezione di due filmati. Il primo tra essi “Come inguaiammo il cinema italiano-La vera storia di Franco e Ciccio”, un misto tra documentario e fiction, prodotto nel 2004 e diretto dai registi Daniele Ciprì e Franco Maresco, mette in evidenza aspetti dello spettacolo siciliano di strada attraverso il quale la coppia di comici mosse i primi passi. A seguire, la riproduzione del cortometraggio intitolato “100 portraits from Nebrodi” (100 ritratti dai Nebrodi), che ha visto la partecipazione di vari abitanti di Sant’Angelo di Brolo, oltre i cento volti ripresi nel territorio nebroideo. E’ stato realizzato all’interno del progetto rete “IN THE WOOD/NEL BOSCO”, a cura del giovane Gaetano Crivaro e del tutor di regia, Salvatore Presti, il quale era presente ieri all’evento, insieme ad altri artisti. Una circostanza organizzata dall’Associazione Pro Loco “Città dei Normanni”, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
“In the Wood” è un progetto multidisciplinare che ha coinvolto alcuni paesi dei Nebrodi, orientato a far collaborare diverse forme artistiche, prendendo il bosco come cornice. Durante l’intervista rilasciata, Salvatore Presti ha spiegato gli obiettivi di questo lavoro dichiarando quanto segue: “Un progetto, In the Wood, che vuole aiutare la valorizzazione del bosco che circonda i Nebrodi”. Ha continuato poi parlando di contenuti e finalità del filmato. “Si è voluto ragionare sul cinema come immagine sottratta al flusso televisivo; un lavoro che ha voluto restituire una dignità alla narrazione cinematografica, un ragionamento sul ritratto che è una forma basilare del cinema, una riflessione sulla vita e sulla morte attraverso i volti delle persone”. Un susseguirsi di fisionomie e paesaggi, che invitano a fissare la concentrazione sull’immagine che parla da sé, immersa in un ambiente tipicamente siciliano e realistico. Un silenzio che conduce in una dimensione di racconto diversa.