Merì – Classe 1975 e centrale di difesa del Merì, Carmelo Quattrocchi ha già detto la sua nel campionato di Promozione, giustiziando in modo singolare il famelico Rocca di Capri Leone e per di più a domicilio. Così la straripante matricola che si ritrova in testa e momentaneamente libera da scontri diretti riflette sulle proprie ambizioni. Ne parliamo giusto Quattrocchi in questa intervista.
Carmelo, parliamo subito del risultato stupefacente che avete conquistato a Rocca. Vittoria sul terreno di una corazzata che tutti temono grazie ad un gol, il tuo, come se ne vedono pochi. Segnare da 40m toglie il respiro o serve molto altro?
Abbiamo preparato un appuntamento così prestigioso con molta cura, sapevamo contro quale squadra saremmo andati a batterci. Guardando alle nostre esperienze passate, conoscevamo gli elementi che avremmo affrontato. Quanto al mio gol, che è addirittura risultato decisivo, la realizzazione è casuale. Ho provato un tiro da lontano e non avevo ragionevoli pretese di credere nel gol, un plauso complessivo va a tutta la squadra.
In estate hai anche tu risposto alla chiamata di mister Cataldi, irrobustendo daccapo un Merì già granitico nel tuo reparto. Subire poche reti è il primo elemento per far bene, nel vostro gioco?
Lavoriamo tanto sulla fase difensiva, il nostro mister è un tipo molto meticoloso in questo frangente. E dunque normale che lavorandoci sopra e riuscendo a trasporre bene in partita otteniamo dei risultati. Anche in attacco, tra laltro, ci stiamo distinguendo, grazie ad elementi ben collocati in questa compagine. Le nostre tre punte recepiscono bene e sono rapide, abbiamo già messo in difficoltà le difese avversarie.
Dite sempre che cercate la salvezza, ma dopo questa serie positiva non è malizia pensare che la linea delle vostre ambizioni si sia bruscamente innalzata. Se i 30 punti arrivano già a gennaio, pensi che sia opportuno rilanciare?
Guardiamo singolarmente ad ogni partita, il lavoro è su base settimanale. Sarà tutt’altra cosa guardare al campionato raggiunta la quota salvezza e solo allora sarà bene cominciare a discutere di altro. E essenziale acquisire consapevolezza, misurarsi con tutte le squadre per capire quanto valiamo.
I tuoi compagni, l’anno scorso, hanno totalizzato il più dei punti in trasferta. In coppa saper domare scenari avversi è la chiave di tutto. Oltre che gratificazioni di gruppo, tra le eliminazioni dirette del torneo, volete guardare da vicino il trofeo isolano?
Per il nostro organico, certamente, la coppa suscita interesse. La maggioranza delle individualità regge sia il campionato che la coppa e non pensiamo che questa sia secondaria. Credo sia superfluo nascondere che vincerla significherebbe sbarcare in categoria superiore.
Conoscendoti come uomo di spogliatoio e notevole maturità vorrei una tua valutazione su questo girone, che è praticamente nuovo. Ad ogni squadra, per aprire i giochi, un centrale di difesa e un goleador, ma poi alcuni risultati ed intere prestazioni sono inaspettate.
Ogni società si è fornita di elementi di notevole spessore tecnico per affrontare tutte le gare con serenità, è una linea che, proporzionalmente, hanno seguito tutti. Tralasciando il Rocca, che va oltre le potenzialità della serie, il campionato sarà molto omogeneo e ce lo si giocherà sui particolari, dal subire poco al segnare con regolarità. Il fattore agonistico è poi necessario per fare risultato e se prendiamo una Stefanese, che ho affrontato, vincente a Sant’Angelo, è una squadra che come tante altre non molla. Altre qualità di singoli giocatori spiccheranno col tempo.