Motta D’Affermo – È dell’11 marzo la legge varata dall’Assemblea regionale con la quale si aboliscono le province e si istituiscono oltre alle tre città metropolitane, Messina, Palermo e Catania, i liberi consorzi dei comuni, i quali eserciteranno funzioni di coordinamento, pianificazione e controllo in materia territoriale, ambientale, di trasporto e di sviluppo economico.
Si può quindi sperare e iniziare a pensare, grazie ad nuova visione unitaria, di un territorio che collabora sinergicamente, ad una rinascita di questa fascia terminale della provincia di Messina, rimasta forse per troppo tempo una zona periferica e scarsamente riconosciuta e valorizzata? Oppure i nuovi consorzi dei comuni rischiano di diventare altro carrozzone, come del resto lo sono state le provincie fino ad oggi?
Si è discusso ampiamente di questo e altro, nell’incontro svoltosi a Motta d’Affermo che ha visto partecipi i rappresentanti dei diversi comuni ricadenti nella Valle dell’Halaesa, quindi S. Stefano di Camastra, Tusa, Pettineo, Castel di Lucio, Mistretta, Reitano, con l’aggiunta di Capizzi e Caronia.
Ad aprire il dibattito il padrone di casa, il primo cittadino di Motta d’Affermo, Nunzio Marinaro, che nel suo intervento ha voluto sottolineare come oggi a questo territorio venga offerta una possibilità importante, che è quella di superare quella marginalità storica che lo ha sempre e negativamente contraddistinto rispetto ad altri centri della provincia di Messina, la quale purtroppo ad oggi può solo essere vista come madre-matrigna.
Un territorio che si ritrova di fronte ad un bivio e che oggi viene chiamato ad interrogarsi su quella che possa essere la strada migliore da percorrere. Tre le opportunità che vengono messe a giudizio degli amministratori locali, per il momento, ma che a tempo debito e con referendum popolare, dovranno essere approvate e quindi volute dai cittadini stessi. La prima possibilità è quella di mantenere le cose immutate e quindi continuare nel riconoscersi come parte di quel territorio che ricade nella provincia di Messina; la seconda possibilità è quella di aderire ad un libero consorzio delle Madonie, con Termini Imerese a capo di un territorio che da Cefalù arrivi fino a Coronia; la terza, aderire alla provincia di Enna.
Così, alla quasi totale unanimità, dall’incontro è emerso la concreta volontà di prendere in seria considerazione la proposta di diventare parte integrante di un nuovo territorio, che è quello che si identifica con la storica provincia di Enna, unica provincia siciliana a non avere uno sbocco a mare e alla quale poter quindi offrire una fascia costiera di certo da valorizzare ma dalla quale trarre anche vantaggi.
Una scelta sulla quale ragionare seriamente, ha affermato Carmelo Re, presidente del consiglio del comune di S. Stefano. Il rapporto con la provincia di Messina- prosegue- è critico e allo stesso tempo marginale. Le opzioni con la fascia dei comuni delle Madonie e con la provincia di Enna rappresentano le opportunità più allettanti. Certo se si completa la Gela-S. Stefano, l’opzione di fare parte di un consorzio con i comuni della provincia di Enna, non in posizione di soggetto annesso ma in posizione di soggetto con pari opportunità, penso che diventi quella migliore.
Una presa di coscienza, quella dell’importanza di una eventuale integrazione con il territorio ennese, non del tutto attuale ma che affonda le radici negli anni 70, quando uno studio pubblicato dal prof. Bonafede, identificava gli effetti positivi che l’integrazione territoriale di questa fascia terminale della provincia di Messina con la provincia di Enna avrebbe determinato.
Consapevoli dei benefici o dei rischi ai quali potrebbero andare in contro, gli amministratori del territorio partono comunque da una consapevolezza: il territorio ha bisogno di rinascere e per farlo deve iniziare a mettere in atto scelte coraggiose.
Intanto è stato istituito un comitato permanente, rappresentato da Sindaci e Presidenti dei consigli comunali, che possa mettersi da subito a lavoro per arrivare pronti e preparati alla prossima data importante, ovvero il 28 settembre, data nella quale si concluderà tutto l’iter burocratico per l’istituzione dei liberi consorzi dei comuni.