Condannata a sette anni e sei mesi di reclusione, una 57enne di Oliveri per l’accusa di violenza sessuale aggravata.
Vittima dei gravi fatti la figlioletta minorenne che, dal 2012 al 2016, fu costretta a subire atti sessuali completi ad opera dello zio, fratello dell’imputata. La donna è stata quindi chiamata a rispondere per le proprie condotte omissive, per non aver impedito quello che accadeva alla povera ragazzina.
I giudici del Tribunale di Patti, presiedente da Ugo Scavuzzo, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, hanno inoltre applicato alla donna l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni in strutture a contatto con minori, la perdita del diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della persona offesa, con l’interdizione legale per la durata della pena.
L’imputata è stata condannata anche al risarcimento dei danni alla parte civile, da liquidarsi in separata sede oltre le spese ed al divieto di avvicinamento per un anno, dopo l’esecuzione della pena, ai luoghi frequentati abitualmente da minori.
Lo zio 61enne già diversi anni addietro era stato condannato a 8 anni e 2 mesi di reclusione. Sulla drammatica vicenda che vide vittima la ragazzina si era pronunciato anche il Tribunale di Barcellona, per episodi ricadenti nella propria competenza territoriale, con la condanna di un 75ene di Castroreale.
Anche la mamma fu in origine condannata dai giudici del Longano a 4 anni e 9 mesi, poi assolta dopo la pronuncia d’appello e la riapertura del procedimento di fronte al Gup, in virtù di una perizia psichiatrica proposta dall’avvocato difensore Giuseppe Ciminata da cui emergeva un vizio totale di mente della donna.
Lo stesso difensore ha dunque già preannunciato appello alla condanna espressa dal Tribunale di Patti, che depositerà le motivazioni entro 90 giorni.