Presso il laboratorio pluridisciplinare dell’istituto superiore Borghese Faranda di Patti, dov’è presente un impianto di luppoleto realizzato a seguito del progetto denominato “Humulus lupulus”, nei giorni scorsi, è stata attivata la filiera per la produzione della prima “Birra autoctona di Sicilia”, che vedrà la luce nel mese di novembre.
Una sfida di innovazione che nasce dalla crescita del settore di produzione della birra e dettata dalla sempre più richiesta di personale operante nel settore dei birrifici artigianali. L’impianto, è utilizzato, non solo per le attività didattiche degli studenti del Plesso dell’Istituto Tecnico Agrario, ma anche per il potenziamento e l’ulteriore professionalizzazione degli allievi partecipanti.
Si tratta di un importante progetto, motivo di orgoglio e soddisfazione per la scuola pattese e per il territorio nebroideo che, oltre ad realizzare un prodotto di alta qualità, formerà delle figure tecniche di alta specializzazione, creando delle condizioni interessanti sotto l’aspetto occupazionale.
Attorno al progetto della filiera della birra, c’è tanto entusiasmo tra i soggetti partner dell’istituto Borghese Faranda quali: l’Istituto Tecnico Superiore Albratos di Messina, che opera nel settore delle “Nuove tecnologie per il Made in Italy” Sistema Alimentare, il comune di Patti e diverse aziende del territorio. Ma anche le Università di Palermo e Messina, hanno espresso il loro interesse al progetto, e a breve, ne prenderanno parte.
Il Luppolo è una pianta che può regalare grandi soddisfazioni, a patto che si sappia prendersene cura, seguendo scrupolosamente tutti i procedimenti utili a farla crescere e fiorire come merita.