Rimane aperto il Ponte Mela, la cui chiusura era prevista a partire da domani come disposto dalla Città Metropolitana di Messina. E invece non si chiude. L’Assessorato Regionale alle Infrastrutture ha accolto la richiesta dei sindaci di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo che, attraverso una nota, avevano sollecitato la sospensione dell’ordinanza di chiusura.
Il deputato regionale Pino Galluzzo, dal canto suo, tramite la sua pagina social, aveva fatto sapere di avere avuto un incontro con l’Assessore Alessandro Aricò e il direttore del dipartimento regionale tecnico, Duilio Alongi. Da qui la chiamata al Capo del Genio Civile di Messina per bloccare la demolizione e ricostruzione del Ponte Mela finché non sarà individuata una viabilità alternativa con un bypass che garantisca il transito tra Barcellona e Milazzo durante i lavori.
Si lavorerà, quindi, per individuare una soluzione alternativa. Che non può necessariamente essere rappresentata soltanto dalla SS113. L’opera, come evidenziato anche dai due sindaci Calabrò e Midili nella loro lettera al Prefetto, è senz’altro “certamente prioritaria”, ma bisogna tenere conto di alcuni aspetti fondamentali.
Il primo è legato al sovraccarico della SS113 che rimarrebbe l’unica via di collegamento tra il comprensorio barcellonese e quello milazzese, dove insiste l’unico Pronto Soccorso operativo. Raggiungere il presidio di emergenza-urgenza da Barcellona Pozzo di Gotto potrebbe diventare davvero complicato in termini di tempistiche. E, si sa, in certi casi anche solo pochi minuti possono rivelarsi preziosi per salvare una vita.
Il secondo riguarda la sicurezza pubblica e privata e si correla agli interventi in emergenza del personale dei Vigili del Fuoco di Milazzo. La litoranea di Ponente è una valida via di fuga. Si pensi all’incendio che interessò un serbatoio della Raffineria il 27 settembre 2014.
Ci sono inoltre da considerare questioni turistiche e commerciali. Sarà praticamente impossibile raggiungere Portorosa da Milazzo. I due centri rappresentano gli insediamenti a più elevata densità di presenze turistiche. Senza contare che la “movida” delle due città potrebbe avere ricadute che si ripercuoteranno sulle aziende con significative perdite di fatturato in un periodo dell’anno in cui si registrano maggiori opportunità di introiti e opportunità di lavoro. In un momento non esattamente florido per l’economia, il minimo è mettere in condizione l’imprenditoria di poter operare serenamente.