Per l’Ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona Pozzo di Gotto il futuro potrebbe, ovviamente il condizionale è d’obbligo, passare da una convenzione tra Asp e Fondazione Giglio di Cefalù. Prova di questa ipotesi è il sopralluogo condotto ieri presso la struttura ospedaliera di Sant’Andrea da vertici dell’Asp e dal Presidente della stessa Fondazione, Giovanni Albano.
È bene precisare, prima di abbandonarsi a toni trionfalistici tra i favorevoli o toni altamente polemici tra gli avversatori, che ci troviamo ancora nel campo delle ipotesi e del “pour parler”. L’Asp sta infatti valutando alcuni aspetti prima di esprimersi. Non a caso non sono state rilasciate ancora dichiarazioni o note ufficiali sulla questione, probabilmente appunto nell’attesa di avere ben chiari alcuni punti. Ovvio che tutto passa anche dal coinvolgimento della cittadinanza e dei sindacati. Un coinvolgimento peraltro fondamentale.
Del resto, è ancora bene impresso il ricordo della manifestazione, peraltro molto partecipata, di qualche settimana fa tenutasi davanti all’Ospedale di Sant’Agata di Militello, dove si parlava della stessa possibilità di convenzione, estendendo quella già in essere presso l’Ospedale S.S. Salvatore di Mistretta. Manifestazione originata da un’autentica levata di scudi e barricate della società civile e dei sindacati a presunta tutela della sanità pubblica. A precederla, un’assemblea presso il Castello Gallego, a fine gennaio.
Sullo sfondo, ma neanche troppo, la gente di Barcellona Pozzo di Gotto reclama a gran voce che il suo ospedale torni funzionale. La manifestazione dello scorso inizio dicembre ne è una riprova. Bisogna informare la popolazione passo passo di cosa accade, lungi da individualismi. E poi sarà interessantissimo conoscere anche il punto di vista del Comitato Civico a difesa del “Cutroni Zodda” che tanto si è speso in questi anni con i suoi rappresentanti, fino a presenziare in Commissione Salute all’Ars, manifestando speranze, preoccupazioni ed esigenze del territorio.
In attesa di conoscere le posizioni ufficiali dell’Asp di Messina sulla questione, si registra che – già la scorsa domenica mattina – davanti al presidio ospedaliero barcellonese si è tenuto un flashmob spontaneo di cittadini, sindacati e associazioni alla luce della chiusura, avvenuta lunedì scorso, del Pronto Soccorso che comunque – stando alle rassicurazioni dell’Asp – dovrebbe riaprire i battenti entro metà maggio e non più come esclusivo presidio Covid.
Barcellona Pozzo di Gotto e il suo comprensorio restano alla finestra e osservano il loro ospedale, interrogandosi su quale sarà la sorte della struttura. Aspettano risposte certe. Quelle che merita una collettività di oltre 100 mila abitanti. E non certo per la consistenza del numero di utenti. Ma perché, quando si parla di diritto alla salute, le risposte da dare a una comunità devono necessariamente essere immediate ed esaustive. Si è già perso tempo prezioso.