“Ho dato tutto me stesso per consegnarvi una storia importante, ho avuto la fortuna di avere al mio fianco una troupe di lavoratori del cinema e professionisti straordinari, adesso serve tenerlo in vita il più a lungo possibile, soltanto voi potete farlo, andando in una sala cinematografica per vivervi l’esperienza di un film che racconta la vita!”. Così Beppe Fiorello ha parlato del suo “Stranizza d’amuri” che coincide con la sua prima regia.
“Questa mia prima regia nasce da un articolo che celebrava il trentennale del delitto Giarre, un caso che non conoscevo. Mi è scattato così un grande senso di colpa, mi sentivo, in quanto siciliano, corresponsabile di quello che era successo”. Beppe ha parlato così del film che andrà nelle sale cinematografiche dal prossimo 23 marzo. L’ispirazione scaturisce dal duplice omicidio commesso il 31 ottobre 1980 a Giarre, quando Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, scomparsi due settimane prima, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola alla testa. Un caso fondamentale nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano, in quanto portò alla fondazione del primo circolo Arcigay.
E così Stranizza d’amuri porta nella Sicilia del 1982. L’anno dei mondiali di calcio con le partite trasmesse in Tv e la nazionale azzurra di Rossi, Zoff, Oriali, Tardelli e Bearzot che fa sognare una nazione. Due adolescenti, Gianni e Nino si incontrano casualmente e sognano di vivere il loro amore in libertà, senza paura. Seppur di fronte al pregiudizio dei paesani e delle loro famiglie.