Vanno bene le rassicurazioni ricevute a Palermo nel corso dell’audizione in Commissione Sanità all’Ars, vanno bene le intenzioni per il futuro del Cutroni Zodda, ma il Comitato Civico Spontaneo è tutt’altro che disposto ad abbassare la guardia. Anzi, pur rimanendo in fiduciosa attesa e coltivando le sue speranze, continuerà a svolgere in maniera pressante il suo ruolo di sentinella, come da due anni e mezzo a questa parte.

Parola dell’avvocato Rino Nania che, mercoledì scorso, è intervenuto a Palazzo dei Normanni proprio in rappresentanza dello stesso comitato. Nell’intervista rilasciata alla nostra testata, il legale barcellonese ribadisce la necessità del comprensorio di avere una sanità forte e ben organizzata.
“In questi anni ci sono stati anche morti sulle ambulanze che dovevano andare dall’Ospedale di Barcellona a quello di Milazzo – ricorda amaramente – Se una comunità non ha un’assistenza sanitaria chiara, forte, robusta, che eroga servizi in maniera seria, c’è il rischio che tutta la città rischi di non avere più quella serenità perché deve andare alla ricerca dei bisogni primari”.
Al momento, però, le rassicurazioni di rivedere il Cutroni Zodda ospedale di base, dopo la fine ufficiale della sua era Covid, rimangono nel campo delle speranze. E, finché non sarà tutto apposto nero su bianco e la teoria diventerà pratica, tali rimangono. “Abbiamo speranze? Sì, noi le coltiviamo sempre, dobbiamo essere ottimisti – incalza Nania – Però capiamo pure prudentemente di non illuderci. Attendiamo. Abbiamo prima di tutto la necessità di un Pronto Soccorso che, nell’emergenza-urgenza, riesca a mettere in sicurezza il paziente, anche solo prima del trasferimento in altri nosocomi“.
Senza contare che il bacino d’utenza dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto insiste in un territorio vasto e complesso sul piano orografico. Elemento da non sottovalutare e da tenere, al contrario, in debita considerazione: “Il territorio è frastagliato, è difficile, c’è anche una parte collinare. E allora: prima vivere e poi possiamo fare tutti i ragionamenti successivi. Abbiamo depositato all’Ars un documento per sollecitare la parte politica e la parte governativa”.
Primum vivere, deinde philosophari, quindi. Soprattutto considerando che il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Milazzo paga lo scotto di un sovraffollamento che reca disagi all’utenza e stressa oltremisura medici e personale sanitario: “Anche questo problema è stato affrontato. Noi abbiamo la necessità di rappresentare come i livelli delle prestazioni sanitarie siano distribuiti in maniera omogenea sul territorio. Non ci possono essere cittadini di Serie A e cittadini di Serie B. Se il trasferimento di un paziente infartuato è finito tragicamente, significa che non ci sono attrezzature idonee. Quindi bisogna anche strutturare l’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto con ambulanze medicalizzate. Durante la giornata, a volte, è impossibile attraversare la SS113. Sono 7 chilometri che diventano 25 minuti se c’è un camion, per esempio. Tutto questo non è gestibile. La speranza ce l’abbiamo, non ci illudiamo, ma siamo attenti affinché il Governo traduca le parole in fatti in un’organizzazione seria, efficace ed efficiente”.
Quindi, l’avvocato Rino Nania lancia un monito: “Non abbassiamo la Guardia, non possiamo farlo per rispetto nei confronti dei cittadini e della dignità di noi stessi . Bisogna continuare a vigilare affinché i bisogni dell’utenza siano soddisfatti”.