Essere nati dalla parte “giusta” del mondo non è un merito, ma solo un caso. E chi ha sensibilità e strumenti per capirlo non può che esserne grato e restituire, con generosità, almeno una parte di ciò che ha avuto.
Da questa semplice idea nasce l’iniziativa di beneficenza “Sole d’Inverno”, giunta alla sua ottava edizione, che grazie alla generosità dei partecipanti ed all’impegno dell’organizzatrice Maria Lazzaro (nella foto insieme agli chef Raffaele Piserà, Rodolfo Lazzaro e Gilberto Iacono, che sono stati coadiuvati da Antonio Merendino), da dieci anni consente a tre ragazzini orfani nepalesi di studiare alla “Deepshikha High School” di Kathmandu, dormire in ostello e avere pasti caldi.
La capitale nepalese ha indici di analfabetismo ancora molto elevati (36,6% della popolazione), ancora più elevati per le donne (46,1% donne, 27,4% uomini). Dati che, a causa del devastante terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito questa zona del Nepal nel 2015 (per intenderci pari a quello registrato questa notte al confine tra Siria e Turchia), sono pericolosamente in aumento.
“Sole d’inverno” ha come obiettivo primario la rimozione delle barriere economiche che limitano l’accesso ad un’istruzione di qualità per bambine e bambini. Così dieci anni fa è nata la prima serata di raccolta fondi per dare a Rijan, Samita e Supriya la possibilità di avere un futuro.
L’ottava edizione si è finalmente svolta sabato scorso, dopo due anni di stop a causa della pandemia: quasi duecento i partecipanti alla cena di beneficenza al Ristorante “Il Circoletto” di Capo d’Orlando.
«In Nepal lascio ogni volta un pezzo di cuore – ha detto Maria Lazzaro, prendendo la parola nel corso della serata –, e non posso far altro che ringraziare gli sponsor della serata ed i miei concittadini per la grande generosità e l’affetto che hanno sempre dimostrato nei confronti di questa iniziativa. Tornare dopo tre anni di stop mi preoccupava un po’, ma mi sono resa conto che tanti orlandini hanno ormai preso a cuore la difficile situazione dei bambini nepalesi e partecipano con entusiasmo e un grande senso di solidarietà. L’idea è di far completare il percorso scolastico a questi ragazzi, che hanno avuto la sfortuna di nascere in una società arretrata in cui studiare non è un diritto di tutti. Il ricavato della raccolta – ha concluso Maria Lazzaro -, sarà portato direttamente da me a destinazione, senza intermediari».