Dal giorno della sua nomina a ministro delle Infrastrutture, il vice premier Matteo Salvini non ha mai nascosto che il Ponte sullo Stretto sarebbe stata una delle sue priorità. Il tema del collegamento stabile tra la Sicilia e l’Italia è stato al centro della riunione che si è svolta nel pomeriggio di ieri con la delegazione della città di Messina.

A Roma sono volati il sindaco Federico Basile, il vicesindaco Salvatore Mondello e il direttore generale del Comune Salvo Puccio. A dare manforte al triumvirato il senatore messinese Nino Germanà. Quello di ieri è solo il primo di una serie di incontri che, con scadenza mensile, si terranno per avviare il farraginoso ingranaggio che nell’obiettivo del vicepremier dovrà portare alla realizzazione della mega opera. Al tavolo ieri anche la realizzazione di tutte le opere collegate per evitare che il ponte sullo Stretto diventi una cattedrale nel deserto.
Secondo le indicazioni che sono state date dal governo Meloni, il cantiere per la realizzazione del ponte dovrebbe aprirsi tra due anni. Durante il faccia a faccia anche le ricadute sul territorio di Messina che sono state ampiamente esaminate. Basile è stato chiaro: «la realizzazione della mega opera non deve scontrarsi con la nostra visione per Messina. Non intendiamo subire in maniera passiva scelte fatte da altri che incidono sulla nostra città».
Ecco perché ieri si è parlato della possibilità di creare una cabina di regia che porterà a concordare i vari passi verso la realizzazione del ponte a campana riprendere il progetto sarà We Will che sta realizzando opere di svariati miliardi appaltate da Rfi per il potenziamento della rete ferroviaria proprio in Sicilia. A marzo Salvini sarà a Messina per fare il punto sulle opere che attendono di essere completate. Non è escluso che possano essere nominati dei commissari per velocizzare i vari cantieri