“Mentre sto scrivendo un bambino della provincia di Messina di appena 22 mesi sta lottando contro il sistema della sanità in Sicilia che fa acqua da tutte le parti”. Parole forti, decise, che arrivano da una zia in ansia per la salute del suo nipotino.
A scriverci è la signora Loredana La Fauci, nostra lettrice, che ci ha raccontato l’accaduto, corredato da una foto del piccolo, attaccato ad una flebo, che omettiamo di condividere per tutelarne la privacy.
I fatti
“Venerdì 18 novembre, alle ore 14.30, dopo numerosi episodi di vomito il piccolo è stato portato dai suoi genitori al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Barone Romeo” di Patti. Dopo la visita dal pediatra di turno – scrive la donna – il bimbo è stato dimesso alle ore 19.00: diagnosi gastroenterite e cura domiciliare con fermenti lattici”.
Ma non finisce qui, purtroppo: “A casa, dopo un’ora dalla dimissione, il piccolo vomitava di nuovo dopo l’assunzione di un biscottino secco e di un po’ di acqua, perdendo quel poco di liquido che aveva ingerito. Il suo stato di sonnolenza e di abbattimento fisico destava preoccupazione ai genitori che lo riportavano di nuovo alle ore 23.30 in pronto soccorso al nosocomio di Patti. Subito reidradato con soluzioni liquide per endovena su una barella all’interno del pronto soccorso, non essendoci posto in Pediatria, lì è rimasto per tutta la notte con la sua mamma”.
“L’indomani mattina, sabato 19 novembre, visto il protrarsi del suo stato, i sanitari decidono di cercare un posto letto nei nosocomi vicini, Sant’Agata, Milazzo e Messina. Finalmente, nella tarda mattinata, il Policlinico di Messina dà la sua disponibilità al ricovero del bimbo nel reparto di Pediatria, ma necessita, prima di essere trasferito in autoambulanza al Policlinico, un tampone molecolare, che viene effettuato alle ore 12.00 a mamma e bimbo. Il tampone viene lentamente processato e l’esito negativo giunge a Patti nel pomeriggio. Il bimbo, dopo lunga permanenza sulla barella del pronto soccorso, alle ore 17.30 viene spostato in Pediatria nella stanza dei medici, dove permarrà fino alle ore 20.00. Non è possibile, infatti, il trasporto a Messina prima delle ore 20.00, in quanto il medico che deve accompagnarlo a Messina in ambulanza non è disponibile (carenza di sanitari). Medici e paramedici del Barone Romeo si sono prodigati tutti nella cura del piccolo paziente ma, con le drastiche riduzioni del personale, combattono ad armi impari, sottoposti a turni estenuanti e con strumentazioni spesso carenti”.
“Prima di pensare a realizzazioni utopistiche come il Ponte sullo Stretto – conclude la nostra lettrice – perché chi è al posto di comando non risolve il problema che la sanità italiana si porta dietro da decenni? Perché un piccolo contribuente deve patire tutto questo? Non possiamo tollerare situazioni simili… Forza Piccolo!”.
La signora Loredana, sottolineando il grande impegno del personale medico e paramedico, ha spiegato che la sua lettera è stata scritta per sensibilizzare l’opinione pubblica e le alte cariche dello Stato su un sistema, quello della Sanità, “che non funziona nemmeno quando si tratta di bambini piccoli, non per i medici e paramedici che lavorano con quello che passa il governo e con turni di lavoro estenuanti, ma con un sistema che non tutela nessuno”.