Librizzi – Non sembra ancora finita la competizione elettorale del comune di Librizzi, dove lo scorso 12 giugno i cittadini del piccolo comune messinese, hanno riconfermato il sindaco uscente Renato Di Blasi.
Come si ricorderà, il corso legislativo, però, ha riservato subito dei colpi di scena. Infatti, dopo il giuramento dei consiglieri comunali, il segretario comunale Serena Casamento, aveva comunicato al consigliere di opposizione, nonché ex candidato a sindaco alle ultime amministrative, Francesco Tricoli, la sua incandidabilità.
In conseguenza a questa decisione, sono stati presentati due ricorsi al Tar per chiedere l’invalidità dell’esito della competizione ed indire nuove elezioni, da parte di un gruppo di cittadini e dal candidato a sindaco Nunzio Scaglione giunto terzo.
Successivamente il Tar di Catania ha respinto i ricorsi, motivando che l’accertamento della incandidabilità del candidato a sindaco Tricoli, ha causato solo la nullità della sua elezione, ma non ha determinato conseguenze invalidanti delle operazioni elettorali.
Adesso, il leader del Movimento politico “Ricostruiamo Librizzi” Nunzio Scaglione, ha deciso di impugnare davanti al CGA la sentenza del TAR, conferendo l’incarico al Prof. Avv. Antonio Saitta.
Una decisione – afferma Scaglione – condivisa con i candidati e gli attivisti che hanno sempre supportato le azioni del gruppo.
Secondo Nunzio Scaglione, “l’Amministrazione Comunale di Librizzi, guidata dal Sindaco Avv. Renato Di Blasi, ha diramato un comunicato stampa dopo la sentenza del TAR affermando che “…è indubbio che la presentazione di ricorsi chiaramente infondati sottende evidenti ragioni di intralcio e disturbo dell’attività amministrativa dell’Ente, costituendo la punta apicale di una sistematica azione posta in essere a partire dall’insediamento del Consiglio Comunale dagli esponenti del gruppo “Librizzi Rinasce…”. L’Amministrazione Comunale, dopo aver contestato le attività del gruppo di minoranza consiliare, conclude il proprio comunicando auspicando “…che si ponga fine ai tentativi di attacco al quieto vivere del Paese e al buon andamento dell’azione amministrativa…”. Toni e contenuti analoghi sono stati utilizzati dall’Amministrazione in carica nel comunicato del 06/07/2022, ove si legge testualmente:“Resta da chiedersi quali siano gli obiettivi che quanti cavalcano l’ignobile e calunniosa campagna diffamatoria, intendono conseguire alimentando tali squallide polemiche. Un primo effetto che appare di tutta evidenza è quello di continuare ad aggravare il clima che ancora non si è scrollato i veleni della campagna elettorale, di accentuare la conflittualità e la divisione nella comunità e destabilizzare l’assetto di governo del Comune sancito dall’esito elettorale….ribadiamo con assoluta determinazione che contrasteremo in ogni sede e con tutti i mezzi consentiti dalla legge, ogni tentativo posto in essereper turbare la pace sociale e destabilizzare l’assetto istituzionale”.
Il Movimento “Ricostruiamo Librizzi” invita il Sindaco a moderare i toni e le parole utilizzate nei suoi comunicati, rammentandogli che l’Enciclopedia “Treccani” definisce così il verbo destabilizzare: “Nel linguaggio politico e giornalistico, togliere stabilità, scuotere le fondamenta del potere politico, di un sistema politico-sociale, o in genere delle istituzioni vigenti, di solito con finalità eversive: un attentato finalizzato a d. le istituzioni democratiche.”
L’utilizzo della predetta terminologia (destabilizzare l’assetto istituzionale, turbare la pace sociale, tentativi di attacco al quieto vivere del paese)non si addice alla dialettica politica che dovrebbe contraddistinguere il linguaggio di chi ha il dovere di amministrare il paese. Ed invero, i comunicati dell’Amministrazione confondono la legittima critica al suo operato e l’esercizio delle prerogative che la Legge riconosce ai consiglieri e ai cittadini con gli atti di eversione dell’ordine costituito. Si rammenta al Sindaco che è lo stesso art. 113 della Costituzione a stabilire che “contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa”. Non risulta che a Librizzi siano in corso atti di guerriglia urbana, risse o altri atti eversivi. Giusto per completezza, invitiamo il Sindaco a visionare le immagini che documentano l’assalto al Congresso Americano nel gennaio 2021 durante la convalida delle elezioni presidenziali: quelli sono atti che turbano la pace sociale e destabilizzano l’assetto istituzionale, non i ricorsi elettorali presentati al TAR o le interrogazioni del Gruppo di Minoranza o la legittima critica politica.
L’Amministrazione Di Blasi attualmente in carica ha il dovere di amministrare il paese, di dare le risposte a tutti i cittadini di Librizzi, compresi i 723 elettori che non l’hanno votata. Allo stesso tempo ha il dovere di rispettare le opposizioni, sia quella consiliare e sia quella rimasta fuori dal Consiglio Comunale: opposizioni che, piaccia o non piaccia, rappresentano comunque la maggioranza dei cittadini Librizzesi che non ha condiviso il modo di amministrare dell’Amministrazione in carica. Sarà il CGA adesso a decidere se Librizzi tornerà alle urne nel 2027, ovvero prima. Il Gruppo politico “Ricostruiamo Librizzi” vigilerà scrupolosamente sull’operato dell’Amministrazione utilizzando gli strumenti che la Legge mette a disposizione e qualora si dovessero individuare, nell’espletamento delle prerogative riconosciute dall’Ordinamento Giuridico, situazioni poco convincenti sarà cura del Movimento far sentire la propria voce nelle opportune sedi Istituzionali. Nei prossimi giorni il gruppo “Ricostruiamo Librizzi” porrà l’attenzione su alcuni temi già oggetto della campagna elettorale, durante la quale sono stati forniti dei suggerimenti, che come sempre sono stati disattesi dal Primo Cittadino. Librizzi è un Comune della Repubblica Italiana, la quale è uno Stato Libero e Democratico dove l’esercizio dei diritti nel rispetto della legge non può essere scambiato come attacco al quieto vivere e alla pace sociale o come destabilizzazione delle Istituzioni Comunali.”