Pettineo – Da oggi a mercoledì, la delegazione del MEAN, Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, sarà a Leopoli insieme ad alcuni Sindaci italiani, che hanno già dato la propria adesione ad un progetto sui “Patti di azione nonviolenta” con alcuni Comuni ucraini per la difesa nonviolenta del popolo ucraino e la futura ricostruzione.
“Costruiamo alleanze per una società nonviolenta attraverso la relazione tra le comunità italiane ed europee e le comunità ucraine dell’oblast’ di Leopoli” , dice il portavoce del MEAN, Angelo Moretti, che precisa «In particolare, i “Patti di azione nonviolenta” serviranno a supportare il grande lavoro svolto dai Sindaci dell’Ucraina Ovest nell’accoglienza e nell’integrazione degli “sfollati interni”, provenienti per lo più dall’Est del paese sotto assedio. Ci occuperemo di come progettare la ripresa del turismo, dell’economia e della formazione giovanile. Non possiamo fermare la guerra, ma possiamo inventarci ogni strada per far avanzare la pace».
Il MEAN è un progetto formato da 35 organizzazioni della Società civile italiana riunite per creare un ponte di dialogo solido tra Società civile europea e Società civile ucraina e, se sarà possibile, anche russa, per chiedere insieme all’Unione Europea di assumere la guida dei negoziati, perché si arrivi ad una tregua immediata. Nella delegazione anche Marcello Bedeschi, coordinatore nazionale delle ANCI regionali e diversi sindaci italiani, tra cui due della Valle dell’Halaesa: Giuseppe Nobile, sindaco di Castel di Lucio e Domenico Ruffino, primo cittadino di Pettineo.
“Oggi più che mai c’è bisogno di pace, in Europa – afferma Giuseppe Nobile. L’iniziativa del MEAN mi trova pienamente in linea perché è un’azione che nasce dal basso, dai territori e che vede le persone in prima linea per sostenere delle iniziative che vogliono gemellare, unire, altri territori altri comuni, altre persone. Vogliamo indurre i capi di stato verso scelte più coraggiose verso la pace. Io temo che i venti di guerra che stanno ancora interessando la nostra Europa col tempo potrebbero ancora di più inasprirsi e trasformarsi in uragani. È arrivato il momento di dire basta! Si deve aprire un dialogo che fino ad ora è stato inesistente, le controparti non si sono mai seriamente sedute ad un tavolo per contrattare la pace e interrompere questa striscia di sangue che è un vero e proprio scempio nel cuore dell’Europa. Io sono stato da sempre obiettore di coscienza, come tanti miei amici dell’Azione Cattolica con cui abbiamo maturato e condiviso la scelta alla scuola di don Milani e don Tonino Bello. Noi, dunque, che ci sentiamo europei, portatori di cultura, di democrazia e di libertà non possiamo più stare a guardare – continua il primo cittadino di Castel di Lucio.
Con i Summer camp a Castel di Lucio abbiamo avuto la fortuna di ospitare nuclei familiari provenienti dall’Ucraina e adesso vogliamo continuare a sostenere la popolazione e i sindaci ucraini che stanno ospitando i rifugiati interni. Vogliamo e dobbiamo smuovere le coscienze di chi può fermare questo conflitto – conclude il sindaco Nobile.
“Essere amministratore di una comunità significa toccare con mano i bisogni dei propri concittadini – dice il sindaco Domenico Ruffino. Per questo crediamo che sia utile avere un confronto con chi in questi mesi si trova a dover far in modo di cercare di andare incontro alle esigenze dei cittadini le cui abitudini sono state stravolte dalla guerra. Nel nostro piccolo, siamo pronti a dare il nostro sostegno ai comuni ucraini e vogliamo essere portatori di accoglienza e di aiuto a chi ha dovuto scappare dalle zone dove la guerra è in atto. Vogliamo inoltre testimoniare e dimostrare vicinanza a nome della comunità italiana che ripudia la guerra e crede fortemente nel valore della pace”.