Brolo – All’indomani del mancato concerto del cantante neomelodico Niko Pandetta, previsto ieri sera presso la discoteca Billions di Brolo, la proprietà del locale non ci sta alle critiche e le accuse mosse in queste ore sui social e replica con un comunicato.
Come ricorderete, l’annullamento del live di Pandetta era arrivato a poche ore dall’evento da parte della Questura di Messina, secondo il cui giudizio, la manifestazione avrebbe creato compromissioni per l’ordine e la sicurezza pubblica.
“Gli eventi organizzati e partecipati dal Billions –affermano gli organizzatori – parlano da sé, da Luché a Mr Rain, da Rocco Hunt a Shade, da radio 105 a Gigi D’Agostino ed altri nomi di rilievo del mondo della musica. In 30 anni di attività regolarmente autorizzata, abbiamo fatto divertire e cresciuto generazioni e generazioni, senza proferire alcun messaggio o cultura mafiosa, anzi siamo stati tra i fondatori dell’ACIB (Associazione Antiracket).
Nel merito della vicenda Pandetta, le indignazioni di cui oggi siete portavoce e portabandiera, andrebbero rivolte allo Stato e alla S.I.A.E che finanziano l’artista con i diritti d’autore, alle case discografiche che ne pubblicano gli album, alla F.I.M.I. (Federazione Industria Musica italiana) che lo inseriscono tra i primi 50 della loro classifica vendite, ai social media “facebook e Instagram” che danno risonanza al suo lavoro etc.
Se tutto ciò è legale, di quale illegalità un imprenditore ed uno staff organizzativo deve rispondere, se non quello di aver lavorato in buona fede per conseguire un risultato economico? Naturalmente ci chiediamo il limite tra discrezionalità e concorrenza, dato che questo artista ha già suonato in Sicilia ed ha un tour estivo con altre date fuori Sicilia.
Siamo per il rispetto delle regole ed abbiamo accettato con serenità la decisione delle autorità di annullare L’evento. Non possiamo però, essere d’accordo con i facili moralismi di facciata e con tutti coloro che sparano nel mucchio pur sapendo che loro amici, parenti e conoscenti avevano già comprato il biglietto, ed oggi si elevano a paladini della legalità a convenienza.
Detto ciò –concludono gli organizzatori- ci riserviamo di agire legalmente contro chiunque diffami, discrediti o leda la nostra immagine.”