Saponara – Sono trascorsi 36 anni da quella tragica sera del 12 dicembre 1985, quando Graziella Campagna non rientrò a casa sua. La corriera che avrebbe dovuto portarla da Villafranca a Saponara arrivò a destinazione senza di lei.
Dov’era Graziella? Che fine aveva fatto quella ragazzina di 17 anni semplice e senza grilli per la testa? Lavorava in una lavanderia di Villafranca e stava ricamando la biancheria di quello che avrebbe dovuto essere il suo corredo. Si, perché come tutte le ragazze sognava il matrimonio. Sogni presi a sassate da una realtà troppo crudele per una ragazzina di 17 anni.
Graziella Campagna è una vittima di mafia. Oggi “Sicilia da scoprire” vuole commemorare la sua memoria attraverso le parole di suo fratello Piero Campagna, nostro ospite. “Ho visto l’ultima volta Graziella l’otto dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione. Ci siamo salutati e poi non l’ho vista più.” Il ricordo di una ragazzina genuina, ricca di tutto l’amore che solo una famiglia unita può dare.
La vita della famiglia Campagna è cambiata per sempre quel 12 dicembre, quando Graziella è stata assassinata per aver visto qualcosa che non doveva vedere. Un’agendina dimenticata in una giacca portata in lavanderia. Un documento che rivelava una falsa identità. L’ingegnere Cannata in realtà era Gerlando Alberti, nipote di quell’Alberti che il Generale Dalla Chiesa aveva assicurato alla giustizia. Allo stesso modo Gianni Lombardo era Geraldo Sutera, anche lui ricercato. Graziella raccontò alla madre del ritrovamento di quel documento, ma non poteva immaginare quanto le sarebbe successo.
Il rapimento, l’uccisione a Forte Campone, sui monti Peloritani, gli anni passati a cercare una verità che faticava a venire fuori. Una vicenda giudiziaria lunga e travagliata. Il fratello Piero è stato sempre in prima linea, senza mai arrendersi.
Ecco l’intervista.