Palermo – Ci saranno anche il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho e, in collegamento dal Viminale, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, tra i relatori dell’importante convegno in programma martedì 18 maggio a Palermo, dal titolo “Il mutamento della mafia: i fondi europei e le terre liberate”.
Un evento, organizzato dal liceo “Meli” di Palermo nel giorno del quinto anniversario dell’attentato del 2016 ai danni dell’ex presidente Giuseppe Antoci e della sua scorta, di risalto nazionale con la partecipazione in collegamento degli studenti di 60 scuole di tutta Italia e 5 Università.
I lavori si snoderanno in tre distinti panel alternati in modalità on line e in presenza, con illustri relatori, esponenti delle Istituzioni, i Prefetti siciliani, massimi esponenti delle Forze dell’Ordine, Rettori e rappresentanti del mondo accademico.
Le conclusioni dei lavori saranno quindi affidate al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese mentre
Il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, presente al Liceo Meli, taglierà il nastro della “Strada della Legalità”, all’interno del liceo palermitano, al fianco del Prefetto di Palermo Forlani, di Maria Falcone e Giuseppe Antoci.
L’iniziativa rinnova l’impegno nella lotta alla mafia del liceo Meli, di cui fu alunno Paolo Borsellino, passato alla storia per l’organizzazione, nel 1984 al Teatro Politeama, di un’assise nazionale contro la mafia aperta dai saluti del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a cui parteciparono migliaia di studenti. Questa volta, il 18 maggio, il Liceo Meli racconterà, insieme a migliaia di studenti italiani, una partita vinta contro la mafia e il lavoro di Giuseppe Antoci, salvato dagli uomini di scorta della Polizia di Stato, che con il suo Protocollo diventato Legge ed inserito nei tre cardini del Nuovo Codice Antimafia, ha scritto un’importante pagina di lotta alla mafia.
“È stata ed è una strada tortuosa, gravida di insidie, paure, preoccupazioni e sofferenze” – dichiara Giuseppe Antoci. “Mai più potremo essere gli stessi uomini che eravamo fino a qualche ora prima dell’attentato, ma la verità è che noi abbiamo capito che la resilienza e la difesa senza “se” e senza “ma” della dignità delle persone perbene doveva essere la sola e vitale questione a guidare i nostri passi. Abbiamo fatto solo questo – conclude Antoci – il nostro dovere e li abbiamo messi all’angolo. Lo Stato ha vinto e continua a vincere. Al Meli proprio lo Stato racconterà questa bella vittoria”.