Caronia – Continua ad essere intricatissimo il mistero sulla morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello. Il giallo di Caronia si infittisce e i pareri sono discordanti.
«Per noi, fermo restando che le consulenze devono essere ancora depositate, e prevediamo quella di Viviana a fine marzo, tutto conduce ad un evento compatibile con un suicidio, con precipitazione dal traliccio». A dirlo all’Adnkronos è il Procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, che coordina l’inchiesta sulla morte di Viviana Parisi, la dj quarantenne trovata senza vita sotto un traliccio la scorsa estate, e del figlio, il piccolo Gioele. Il magistrato replica così a distanza a Carmelo Lavorino, il consulente della famiglia di Daniele Mondello, il marito della donna, secondo cui sarebbe stato “inscenato un suicidio” e che ci sarebbe stato “un depistaggio”.
«In ogni caso – spiega Cavallo – al di là delle risultanze oggettive delle consulenze, abbiamo vagliato tutte le ipotesi alternative, confrontando ed incrociando dichiarazioni, risultati di tabulati telefonici, indagini tecniche, accertamenti genetici eccetera e per tale motivo non condividiamo le conclusioni dei consulenti di parte, che riteniamo quanto meno ardite”. “Gli esami sul piccolo Gioele richiederanno ancora qualche tempo alla luce delle condizioni in cui è stato ritrovato», aggiunge il magistrato.
«Anche questo esame ad opera dei consulenti di parte è stato fatto, nel rispetto del codice, per mero spirito di collaborazione ed esclusivamente perché siamo alla ricerca della verità e non abbiamo nulla da nascondere – dice -, tutto ciò al pari degli altri esami da noi già svolti in passato e che le parti ci hanno chiesto di ripetere (vedi esami all’interno della vettura o sul traliccio). Ovviamente senza apportare alcun elemento di novità alle indagini».
Diversa l’opinione del criminologo Carmelo Lavorino e del team degli esperti della famiglia Mondello: «Viviana e Gioele non sono morti sotto il traliccio e nella radura di rinvenimento dei resti del bambino, questo è un dato assolutamente logico. Viviana non si è autoprecipitata dal traliccio, bensì dopo la sua morte avvenuta in altro luogo è stata traslata sotto il traliccio stesso per depistaggio e messinscena da soggetti con caratteristiche di profonda conoscenza del territorio, dei sentieri, dell’orografia e degli eventi». Lo hanno sostenuto gli esperti A seguito dell’accesso ai corpi avvenuto sabato scorso al policlinico e al Papardo di Messina, e al sopralluogo effettuato sui luoghi della tragedia a Caronia. Lo stesso dicasi per Gioele con riferimento al luogo del rinvenimento dei suoi resti.
«Ora – afferma Lavorino – dobbiamo attendere l’esito degli accertamenti tecnici e investigativi di qualunque tipo, soprattutto i dati specialistici che derivano dalle accurate valutazioni degli antropologi forensi convenuti all’accesso ai corpi ed ai luoghi. Valutazioni da interfacciare con i dati ancora nella esclusiva disponibilità della Procura. In tale contesto ci rammarichiamo di non essere stati autorizzati dai Pm all’uso delle apparecchiature iperspecialistiche il cui uso avevamo già disposto e che avrebbero conferito margini di specificità di indagine. Quindi, nessun atto aggressivo di Viviana verso il piccolo Gioele, quindi nessun suicidio, ma, messinscena e depistaggi da parte di chi ha traslato i loro corpi per sottrarsi alle proprie responsabilità».